PER
UN'EFFETTIVA LIBERTÀ DI SCELTA DELLA SCUOLA
Di don Patrizio Foletti*
Auspico di cuore che si dia finalmente attuazione concreta alla parità
per le scuole non statali, che offrono un servizio di pubblico interesse, apprezzato
e ricercato da molte famiglie.
Sono parole di Giovanni Paolo II. Quando le ha pronunciate domenica 23 febbraio
durante una visita ad una grande scuola cattolica di Roma qualcuno si è
stupito. Eppure non aveva detto nulla di nuovo. Si può dire infatti che
da sempre la Chiesa sostiene la legittimità di gestire scuole non statali,
che, al pari di quelle statali, perseguono le finalità culturali proprie
della scuola in genere. Senza risalire troppo nel tempo, già il Concilio
Vaticano II aveva detto no al monopolio statale nella scuola, perché
contraddice ai diritti naturali della persona umana, allo sviluppo ed alla divulgazione
della cultura, alla pacifica convivenza dei cittadini ed al pluralismo; il Concilio
auspica invece, anche in quest'ambito, il rispetto del principio della sussidiarietà
(cfr. Gravissimum educationis, nr. 6,2).
Per una felice coincidenza il Papa ha pronunciato quelle parole il giorno prima
del lancio dell'iniziativa popolare cantonale "per un'effettiva libertà
di scelta della scuola". Si tratta di un'iniziativa che vuole realizzare
nel nostro Cantone lo stesso desiderio espresso da Giovanni Paolo II a Roma.
Essa mira infatti a garantire un contributo finanziario dello Stato alle famiglie
residenti nel Ticino, con dei figli che frequentano scuole private situate nel
Cantone e che non sono in grado di assumersi la spesa che questa scelta comporta.
La libertà di scelta della scuola, garantita sia dalla Costituzione federale
che da quella cantonale, non è infatti reale se solo una parte delle
famiglie è in grado di pagare le rette scolastiche delle scuole private
(meglio sarebbe chiamarle pubbliche non statali). E oggi, nel Ticino, la situazione
è purtroppo proprio questa; una situazione che ha generato l'idea che
le scuole non statali siano un lusso, perché pochi possono permettersi
la spesa non indifferente delle rette scolastiche.
Ma è proprio il desiderio che le scuole pubbliche non statali siano un'opportunità
per tutti e non solo per alcuni, che è nato il Comitato d'iniziativa
"per un'effettiva libertà di scelta della scuola".
La scuola privata è infatti scelta per i motivi più diversi: dalla
possibilità di usufruire della mensa, dell'internato o del doposcuola
assistito, al desiderio di trovare a scuola le stesse preoccupazioni educative
presenti in famiglia. Senza parlare di coloro che (per esempio molte famiglie
monoparentali) sono spesso costretti a ricorrere ad una scuola di questo tipo,
proprio perché quelle statali non sono in grado di rispondere ai bisogni
di queste famiglie.
L'esperienza insegna che alle scuole non statali fanno ricorso le persone più
disparate, anche coloro che mai avrebbero pensato di compiere questa scelta.
E a questo proposito sarebbe interessante sapere perché alcune autorevoli
personalità politiche, che a suo tempo per i loro figli hanno fatto ricorso
alle scuole private, si oppongano oggi alla possibilità che i loro elettori
(in gran parte meno abbienti di loro) beneficino delle stesse opportunità.
Ma sarebbe interessante sapere se i loro elettori sono a conoscenza di questo
tipo di "scelte private" operate da chi hanno eletto come proprio
rappresentante politico. Legittimo è comunque per lo meno il seguente
interrogativo: è più elitario chi (leggi le scuole private) per
forza di cose può ammettere quasi solo allievi in grado di pagare una
retta scolastica oppure chi (leggi i notabili summenzionati), dopo avere ampiamente
usufruito di questa opportunità, impedisce di fatto che altri, meno agiati,
ne possano pure godere? Di fronte alla realtà scolastica del nostro Paese,
solo chi non vuole vedere può ancora negare l'evidenza che le scuole
non statali svolgano un servizio d'interesse pubblico, che uno Stato preoccupato
di sviluppare il bene comune dovrebbe perciò non solo non ostacolare,
ma addirittura promuovere. Ne guadagnerebbero per esempio la qualità
del servizio oppure l'adeguatezza ai bisogni della società. Le scuole
pubbliche non statali sono nate per rispondere a bisogni reali, validi e legittimi;
sono bisogni e risposte a bisogni che uno Stato laico e moderno dovrebbe riconoscere
senza difficoltà, come infatti capita in diversi cantoni della Svizzera
ed in numerosi Paesi europei.
L'iniziativa popolare "per un'effettiva libertà di scelta della
scuola" non vuole privilegi per nessuno; al contrario, domanda semplicemente
pari opportunità per tutti. Mi permetto perciò d'invitare voi
lettori a firmarla ed a farla firmare.
* Direttore del Liceo diocesano
Diamo qui di seguito alcune indicazioni pratiche, affinché la raccolta delle firme avvenga in maniera ordinata ed efficace -
Possono firmare solo gli iscritti in catalogo elettorale (cioè
coloro che hanno diritto di voto in un comune del Cantone Ticino); |